Quando si parla di trattamento neuropsicomotorio non è possibile fornirne una spiegazione univoca e standardizzata, in quanto la terapia e gli obiettivi del trattamento sono specificatamente individuali e personalizzati in relazione alle esigenze del caso singolo e in relazione a quanto emerge dalla valutazione neuropsicomotoria. In generale, il trattamento neurospicomotorio inizia quando genitori e TNPEE concordano l’inizio di un percorso di questo tipo, creando un vero e proprio patto. All’interno di questo patto vengono condivisi gli obiettivi del trattamento (le “aree grigie” su cui è possibile intervenire per modificarle) e la frequenza settimanale delle sedute. Relativamente alla durata complessiva del trattamento, è opportuno specificare come quest’ultimo non possegga una “scadenza” predefinita; in altre parole, non è possibile definire a priori un numero di sedute totali entro le quali si suppone di ottenere risultati certi. Ciò accade perché all’interno di un percorso di questo tipo entrano in gioco numerose variabili che, sicuramente, influenzano e modificano lo sviluppo del bambino e che possono, in qualche modo, accelerarne o rallentarne i miglioramenti. Affinché il bambino possa essere il più tutelato e “influenzato” in maniera costruttiva possibile, infatti, è necessario modificarne il proprio approccio, non solo in seduta con la TNPEE, ma anche a casa, a scuola e in tutti i contesti da lui maggiormente frequentati. In questo modo sarà possibile creare un contesto significativo e di apprendimento.